Da 0 a 100, o meglio da 0 a 35 chilometri (con 2500 metri di dislivello positivo) da correre per amore e per credere nella speranza. Valentina Carnevali, cinquantasettenne brianzola, non hai mai corso, anzi fino a poco tempo fa odiava farlo, ma l’essere umano è speciale e quando punta a un obbiettivo nulla può fermarlo o scalfirlo nell’animo.
Valentina ha deciso di iniziare la sua carriera da runner partecipando alla Ultra Valmalenco, un trail di 35 chilometri in programma il 26 luglio tra le montagne della Valmalenco, selvaggia valle in provincia di Sondrio.
Valentina Carnevali corre per amore
Ha scelto di mettersi alla prova e di sfidare l’ignoto spinta dall’affetto che la lega a Francesca, ventenne di cui è la madrina, affetta dalla sindrome di Sanfilippo, una malattia degenerativa terminale molto rara che colpisce meno di 50 bambini in Italia e che si manifesta con la perdita di tutte le abilità acquisite e con disturbi del movimento.
“Io sono amica della mamma di Francesca da quando ho 14 anni – le prime parole di Valentina –, mai mi sarebbe venuto in mente di partecipare a una gara di corsa, però la scorsa estate la giovane ha avuto una crisi che l’ha costretta due mesi in ospedale… dovevo fare qualcosa per aiutarla, allora ho pensato che avrei potuto partecipare alla gara aprendo una raccolta fondi per sostenere la ricerca sulla malattia. Così mi sono mossa aprendo una raccolta sulla piattaforma GoFundMe, collegata all’account della Sanfilippo Fighters".
Spinta dalla volontà di fare del bene, Valentina si è spostata dal suo habitat naturale, abbracciando lo sport per amore e per credere che anche il peggio possa essere superato: “Nonostante io soffra di vertigini e adori il mare, la Valmalenco è una zona a me molto cara, correre lì sarà un’impresa difficilissima. Ma voglio affidarmi alla speranza, soprattutto per Francesca, mi devo educare alla speranza, sia per me che per lei e i suoi cari”.
Valentina Carnevali, una nuova runner
Così ha travalicato queste metaforiche Colonne d’Ercole e ha iniziato i suoi primi allenamenti di corsa con un obiettivo ben chiaro in mente: “Da gennaio sono seguita da un coach, Giorgio Borghi, e nel fine settimana alterno delle uscite tra la Valmalenco e la Val Curone. Ricordo l’emozione dei miei primi 10 chilometri, poi l’eccitazione di arrivare a 15… ora sono arrivata a correrne fino a 20 con 500 metri di dislivello. Sono orgogliosa di me, non avrei mai pensato di arrivare a questo livello. Lo sport mi stupisce ogni giorno di più”.
La corsa, da vecchia nemica, piano piano sta entrando in pianta stabile nella quotidianità di Valentina: “Questa attività mi ha cambiato moltissimo, ora sto bene sia moralmente che fisicamente. Sento che anche una piccola prova come quella che tenterò di portare a termine a luglio, può davvero fare del bene. Queste rare malattie portano con loro un estremo senso di importanza e solitudine - prosegue -, spesso anche i medici conoscono poco certi mali”.
Valentina Carnevali, a luglio in Valmalenco non sarà sola
A luglio, la donna non sarà sola a correre per i sentieri della Valmalenco, la accompagneranno il marito Philiph e il figlio Davide, ma anche gli amici, i conoscenti e persino gli estranei che in questi mesi hanno deciso di devolvere una somma di denaro al progetto benefico di Valentina: “Vedere gente che non si conosce donare è qualcosa di speciale. Al momento abbiamo raccolto 2000 euro, abbiamo fissato l'obiettivo di arrivare a 20mila. Non sarà facile, ma nemmeno per me sarà semplice concludere la gara. Ma tutti abbiamo bisogno di credere nella speranza”.
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