Conoscere il proprio tipo di appoggio, sapere se si è dei runner pronatori, supinatori o neutri è fondamentale, perché consente di scegliere le scarpe da running più adatte al proprio tipo di corsa e anche di evitare infortuni.
Come avviene l’appoggio
Il movimento del piede nella corsa prevede tre fasi: contatto, appoggio e spinta.
1) Nella prima fase, il contatto, il piede impatta col terreno con la parte esterna del calcagno. Questa fase dura circa il 25% del tempo totale dell’appoggio.
2) Nella fase successiva, ossia nell’appoggio, si ha una rotazione del piede verso l’interno, la cosiddetta “pronazione”, un movimento fisiologico che porta il piede ad appoggiare al suolo con tutta la sua superficie per ammortizzare l’impatto, sostenere il peso del corpo e favorire la fase successiva. Dura circa il 40% del tempo complessivo.
3) Nella terza e ultima fase, la spinta, il peso del corpo si sposta sull’avampiede e i muscoli del polpaccio e delle dita si contraggono per proiettare il corpo in avanti. Durante questa fase che dura circa il 35% del tempo totale, i movimenti s’invertono: il tallone si solleva da terra e il piede ruota in fuori, in una sequenza di movimenti che viene detta “supinazione”.
Quando si generano i problemi
I movimenti di pronazione e supinazione, opposti uno all’altro, sono movimenti naturali, indispensabili per la corretta funzionalità del piede durante la corsa.
La transizione dall’uno all’altro durante l’appoggio deve però avvenire in modo corretto e con i giusti tempi, altrimenti si genere un difetto di appoggio – pronazione eccessiva e supinazione eccessiva - che può creare problemi.
“Se ad esempio la pronazione è eccessiva e inizia troppo precocemente – spiega il dottor Sergio Migliorini -, il carico si trasmette all’arco longitudinale del piede che si abbassa, creando una cascata di modificazioni biomeccaniche con la rotazione verso l’esterno del calcagno e quella verso l’interno della tibia e del ginocchio”.
I rischi del runner pronatore
La pronazione eccessiva può contribuire a causare numerosi infortuni, innanzitutto problemi al tendine d’Achille.
“Se la pronazione è eccessiva – spiega sempre il dottor Migliorini – il tendine d’Achille è sottoposto a uno stress importante in torsione. Il risultato è peritendinite o tendinosi dell’achilleo. L’eccessiva pronazione può causare anche problemi al tendine rotuleo del ginocchio, periostite e fratture da stress”.
Le cause della pronazione eccessiva
I runner che hanno i piedi piatti presentano facilmente un eccesso di pronazione.
Altre cause alla base di una pronazione eccessiva possono essere sovrappeso, ginocchio valgo, insufficienza dei muscoli abduttori dell’anca e del tibiale posteriore, ma anche deficit di flessibilità del tricipite surale e del tendine d’Achille.
Cosa fare in caso di pronazione eccessiva
Il runner pronatore deve innanzitutto acquistare una scarpa stabile antipronazione, in grado di sorreggere e guidare correttamente il piede durante il suo movimento. Se la scarpa stabile antipronazione corregge in modo adeguato la pronazione, non c’è alcun bisogno di plantari o di solette antishock.
Se, invece, la scarpa antipronazione da sola non basta, si può valutare l’inserimento di una soletta antishock per correzione l’appoggio.
“Solo quando non è possibile ottenere il controllo dell’appoggio con la scarpa e/o con la soletta si deve ricorrere a un plantare correttivo – avverte il dottor Migliorini -. Il plantare va portato solo se serve! Non c’è niente di peggio che un’inopportuna accoppiata scarpa/plantare”.
Se il contenimento della pronazione con il solo plantare non è sufficiente, allora il plantare potrà essere inserito anche in una scarpa stabile.
I rischi del runner supinatore
I casi di runner supitanori, ossia che presentano una supinazioni eccessiva, non sono frequenti.
Questo difetto di appoggio predispone a subire frequenti traumi distorsivi della caviglia. Inoltre, aumenta il rischio di fascite plantare, metatarsalgia, infiammazione del tendine d’Achille e fratture da stress.
Cosa fare in caso di supinazione eccessiva
Mentre esiste una vasta gamma di modelli di scarpe da running antipronazione pensate appositamente per chi ha problemi di pronazione, non esistono scarpe antisupinazione. I runner che presentano questo tipo di problema devono orientarsi verso calzature adatte al loro peso corporeo, ben ammortizzate e prive di suola di carbonio.
“Solette e plantari – spiega il dottor Migliorini – sono da valutare solo se si ha il piede cavo, ossia un piede molto arcuato. Le solette antishock possono essere utilizzate nei casi di piede cavo meno arcuati e nelle scarpe di uso quotidiano, dove il plantare non trova spazio. Quando in presenza di un piede cavo accentuato si rende necessaria l’adozione di un plantarenelle scarpe da corsa, è bene indirizzarsi verso quelli realizzati in materiali che per flessibilità e plasticità garantiscono un miglior comfort nella scarpa e la corretta flessione dell’avampiede nello stacco del piede dal terreno”.