Il running coach barese Francesco Guerra, fondatore della community “Correre per Sempre” e presidente dell’omonimaASD, è "Coach del mese" di settembre di Runner's World e spiega così il suo approccio alla corsa: "Il macro obiettivo deve essere il benessere mentre la prestazione e il tempo servono da stimolo e motivazione".

"La ricetta per una corsa longeva - prosegue il coach che diffonde il suo messaggio anche atrraverso la serie di podcast 'Ritmo Corsa'.- nasce dalla mia personale frustrazione: da amatore mi allenavo solo per la performance e se non raggiungevo il risultato prefissato, mi sentivo male".

Correre per sempre? Trovare equilibrio tra benessere e performance ogni giorno

Ma come si fa a correre per sempre? Secondo Francesco Guerra, la chiave è costruire la propria corsa su priorità a lungo termine: evitare infortuni, mantenere la motivazione, ottenere prestazioni sostenibili.

"Alleno da anni runner amatori: persone con lavori, famiglie, vite piene - riprende il coach -. Ed è proprio lì che la corsa deve inserirsi. Non deve stravolgere l’equilibrio, ma completarlo. Ecco perché l’approccio all’allenamento degli amatori deve essere specifico, personalizzato, e non una copia ridotta di ciò che fanno i professionisti".

Continua Francesco: "Allenare troppo poco, sempre e solo a bassa intensità, diventa intrattenimento; allenare troppo, senza adattarsi alla vita reale, diventa invasione. La sfida, ogni giorno, è trovare equilibrio. Perché solo correndo bene, senza farsi male, senza esasperare, si può correre per sempre".

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Le 4 fasi essenziali per "Correre per sempre"

Su queste basi, il coach ha individuato 4 regole tecniche essenziali, che ha scelto di integrare nei video allenamenti creati per RW.

"Si tratta di esercizi semplici, sostenibili ed efficaci per chi ha 30 anni come per chi ne ha 70. Credo in una routine “democratica”: ogni runner, indipendentemente dall’età o dal livello, dovrebbe avere accesso a un sistema che lo aiuti a prevenire infortuni, migliorare la sensibilità di corsa e recuperare meglio".

  1. RISCALDAMENTO SCIENTIFICO. Molti runner — spesso per mancanza di tempo — trascurano questa fase, ma il riscaldamento va considerato parte integrante dell’allenamento. Deve essere inserito sul device, tracciato, rispettato. Se il tempo è poco, meglio ridurre i chilometri della seduta, ma mai saltare il riscaldamento.
  2. ALLUNGHI. Non sono solo “accelerazioni”: sono veri e propri esercizi di andatura. Li consiglio sia dopo una corsa lenta, per risvegliare il gesto, sia come attivazione prima di un allenamento intenso o di una gara. Vanno eseguiti con attenzione, con ritmo crescente e controllo del gesto tecnico: non serve correrli forte, ma sentirsi progressivamente più sciolti ed efficienti.
  3. STRETCHING DINAMICO. Essere runner non significa solo correre. Un corpo “reattivo” è un corpo che risponde meglio agli stimoli e si infortuna meno.Inserire esercizi di mobilità equilibrio e tenuta (semplici ed eseguibili da tutti) è la base per correre in modo economico e duraturo, soprattutto per chi si allena con continuità.
  4. DEFATICAMENTO. È una fase di consapevolezza. Non si dovrebbe mai passare dalla corsa allo stop secco. Cinque minuti di corsa lentissima, qualche respiro profondo e il tempo per ritrovare il corpo e chiudere mentalmente la seduta sono parte dell’allenamento, non un extra.