Panorami mozzafiato, natura incontaminata e aria pura.Cimentarsi nel trekking in montagna con regolarità è un’attività che ripaga di ogni sforzo in qualsiasi stagione, generando immensi benefici su mente e corpo. Dedicarsi a un’uscita all’aria aperta mantenendo un ritmo spedito significa infatti stimolare i muscoli con gesti inediti e obbligare le articolazioni a continui aggiustamenti che, una volta rientrati alla base, si tradurranno in una corsa più fluida e leggera.

Vediamo allora tutti i vantaggi dell’escursionismo e perché il trekking potrebbe essere un ottimo alleato per migliorare le proprie performance su pista o su strada.


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Stimola tutti i muscoli

Nonostante possa apparire come un’attività in grado di coinvolgere solo i muscoli degli arti inferiori, il trekking in montagna è uno sforzo completo in cui viene stimolato circa il 90% del corpo.

Gambe e glutei ricevono ovviamente il carico maggiore. La continua alternanza di discese, salite e irregolarità del suolo, tuttavia, costringe anche a richiamare l’intero core per favorire l’equilibrio. I dorsali permettono poi di mantenere una postura eretta, mentre braccia e spalle possono essere sollecitate sia durante le pendenze più significative, sia attraverso l’utilizzo dei bastoncini telescopici che, al contempo, ridurranno il peso su ginocchia e caviglie.

Fa perdere peso

Essendo un’attività dall’alto dispendio calorico, camminare in montagna può aiutare a perdere peso più facilmente. Sottopone infatti a un tipo di sforzo che necessita di un grande impiego di energia ricavata sia dai carboidrati, sia dai depositi adiposi. Ciò è reso possibile dalle peculiari caratteristiche dei sentieri che alternano dislivelli spesso importanti a lunghi tratti più pianeggianti.

Come ogni attività fisica, però, il cammino ad alta quota non è sufficiente e deve essere affiancato da un regime alimentare formulato ad hoc sulle proprie abitudini, in modo da produrre l’indispensabile deficit tra calorie introdotte e consumate durante la giornata.

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Milo Zanecchia/ Ascent Xmedia//Getty Images

Migliora il respiro

Il trekking in montagna aiuta a migliorare il respiro. A seconda del sentiero prescelto, l’attività può infatti raggiungere intensità molto elevate, tali da aumentare la frequenza respiratoria. Attraverso l’inspirazione verrà quindi introdotta una quantità di aria maggiore nei polmoni.

Allo stesso modo, anche la contrazione polmonare ne trarrà beneficio. Aumenterà così la capacità del corpo di resistere agli sforzi più a lungo ritardando l’insorgenza della fatica, a grande vantaggio della corsa.

Rafforza ossa e articolazioni

Per sua natura, camminare in montagna è un’attività da svolgere all’aria aperta esponendo il corpo ai raggi del sole. Ciò produce importanti benefici per le ossa, poiché l’organismo ha modo di produrre grandi quantità di vitamina D.

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Allo stesso tempo, però, salite e discese permettono alle articolazioni di lavorare ad angoli insoliti, riproducendo gesti difficilmente replicabili in piano. Esattamente come pesi e zavorre, anche eseguire movimenti più profondi costituisce un sovraccarico che aumenta l’intensità dell’allenamento e migliora la mobilità articolare. Ciò farà riscontrare notevoli vantaggi quando si tornerà a indossare nuovamente le vesti di runner.

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Westend61//Getty Images

Migliora l'attività cardiaca

Ancora, camminare in montagna apporta grandi benefici all’attività cardiaca. Durante l’escursione aumenta infatti la frequenza dei battiti e si ha così modo di mantenere in allenamento il muscolo più prezioso del corpo umano.

Oltre a ciò, concedersi con costanza delle uscite ad alta quota è un buon modo per tenere a bada i livelli di colesterolo nel sangue. Viene poi stimolata la corretta metabolizzazione degli zuccheri da parte dell’insulina.

Riduce ansia e stress

I benefici del trekking in montagna non riguardano solo il corretto funzionamento dell’organismo, ma anche la psiche. L’attività fisica all’aria aperta rilascia importanti ormoni come la serotonina e l’endorfina che, una volta in circolo, producono una piacevole sensazione di benessere.

Il contatto con la natura riesce inoltre ad alleviare ansia e stress: permette infatti di prendersi una pausa dalla vita quotidiana e di allontanarsi dalle preoccupazioni lavorative e personali. Riuscire a portare a termine una lunga e faticosa escursione, peraltro, aumenta la fiducia nei propri mezzi e l’autostima.

Da ultimo, migliorare la propria condizione fisica e la resistenza permetterà di sentirsi più energici anche dopo il rientro a casa, quando gli impegni quotidiani, i ritmi di vita serrati e i malanni di stagione metteranno a dura prova il corpo.

Potenzia la concentrazione e la lucidità mentale

Affrontare un’escursione, soprattutto su percorsi trekking più impegnativi o poco battuti, richiede attenzione continua: dove si mettono i piedi, come gestire le forze, quando idratarsi o mangiare. Questo stimola la capacità di concentrazione, l’autoregolazione e la presa di decisioni rapide. In più, la montagna invita al silenzio e al pensiero lento: allontanarsi da schermi e notifiche consente alla mente di ricaricarsi e recuperare lucidità.

Favorisce le relazioni e il senso di comunità

Fare trekking non è solo un’esperienza individuale: spesso si condivide con amici, famigliari o gruppi organizzati. Camminare insieme rafforza i legami, stimola la comunicazione autentica e il senso di appartenenza. Persino il silenzio condiviso, in montagna, assume un valore di profonda connessione. L’esperienza collettiva rafforza il senso di comunità, crea ricordi significativi e accresce il benessere relazionale.

Migliora l’equilibrio e allena la propriocezione

Camminare in montagna, specialmente su sentieri irregolari, mette il corpo nella condizione di doversi adattare di continuo al terreno. Ogni radice, ogni sasso, ogni pendenza obbliga le articolazioni a risposte istintive, affinando col tempo la capacità di restare in equilibrio anche in situazioni instabili. A essere stimolato è in particolare il sistema propriocettivo, quel complesso meccanismo che consente di percepire la posizione del corpo nello spazio e di reagire con movimenti precisi e controllati. Una sensibilità, questa, che torna utile ben oltre l’escursionismo – ad esempio quando si scende in fretta da un marciapiede bagnato o si evitano inciampi nel caos cittadino.

Favorisce il sonno profondo

Il dispendio energetico, l’aria fresca, la stimolazione sensoriale e il benessere mentale derivanti da una giornata di trekking si traducono, a fine giornata, in un sonno più profondo e ristoratore. Camminare regolarmente in montagna può quindi aiutare chi soffre d’insonnia o di sonno disturbato, contribuendo a regolare il ritmo circadiano e ad aumentare la qualità del riposo notturno.

Articolo scritto da collaboratori esterni, per info e collaborazioni rivolgersi alla redazione

Articolo pubblicato il 9 settembre 2023 e aggiornato il 4 luglio 2025.